Ho già parlato qui di interazioni parasociali e di alcune dinamiche che muovono il regno della comunicazione digitale. Oggi entriamo più nello specifico e parliamo di FOMO (Fear of Missing Out), uno dei trucchetti che il capitalismo ha cavalcato nell’ultimo anno. Oggi parliamo nello specifico del suo utilizzo da parte delle aziende e della salute mentale dei consumatori.
FOMO: Cosa significa questo termine?
La sensazione di FOMO è in realtà una cosa che conosciamo bene, è la botta allo stomaco di quando vedi le stories del tuo gruppo di amici ad un aperitivo. Probabilmente il tuo invito sarà finito nei navigli, visto che tu sei sul divano, di sabato sera, senza nessun invito a uscire. Esso è un acronimo per l’espressione inglese fear of missing out. Traduzione: paura di essere tagliati fuori.
Possiamo dire che ci stiamo riferendo ad una forma di ansia sociale caratterizzata dal desiderio di rimanere continuamente in contatto con le attività che fanno le altre persone, dal terrore di essere esclus* da eventi, esperienze o contesti sociali gratificanti. Tutt* lo abbiamo sperimentato, anche quando ci capitava di saltare un giorno di scuola per poi scoprire che proprio quel giorno fosse successo qualcosa di straordinario, proprio quando noi eravamo assenti.
Il ruolo dei social media nella sensazione di FOMO
Questo termine alla Urban Dictionary per descrivere un fenomeno psicologico per nulla nuovo nella storia è nato proprio in correlazione all’utilizzo dei Social Media. Accedendo a questi tramite mobile, si ha la possibilità di sapere costantemente e in tempo reale quello che gli altri fanno. E se qualcuno diceva “lontano dagli occhi, lontano dal cuore”, diciamo che i social hanno deciso di appendere al chiodo questo proverbio. La teoria dell’autodeterminazione afferma che il sentimento di parentela o di connessione con gli altri è un bisogno psicologico che influenza la nostra salute psicologica. Ritornando ai giorni nostri, la FOMO è un esempio di come l’insoddisfazione di questo bisogno possa generare influenze negative sul nostro benessere psicologico, portando a fenomeni depressivi.
L’indagine dell‘American Psychiatric Association riporta che circa tre quarti dei giovani hanno segnalato episodi di disagio quando hanno percepito il rischio di “perdersi” ciò che i loro coetanei stessero facendo. L’adolescenza, dopotutto, è un periodo dove è essenziale il gruppo dei pari.
Come le aziende sfruttano la FOMO a loro vantaggio
Se, a primo impatto, il discorso può generare sulla demonizzazione delle ultime generazioni e imputare loro di essere “dipendenti dallo smartphone”, in realtà la situazione è molto più complessa di così. Si parla fondamentalmente di dipendenza affettiva e in questo gli adulti hanno una grossa fetta di responsabilità. La responsabilità di non aver provveduto a creare un sistema dove esiste l’educazione all’affettività, per esempio. La formazione e il mantenimento dei legami sociali sono imperativi per il benessere e la sopravvivenza degli esseri umani. Non è quindi un mistero il motivo per cui dove queste risorse vadano, lì vadano i giovani in età di sviluppo.
A livello sistemico, possiamo notare come le aziende abbiano sfruttato a loro vantaggio questo meccanismo patologico, specialmente in tempo di pandemia (nel periodo durante e soprattutto post-lockdown). Abbiamo assistito al fenomeno Clubhouse, un social che ha basato il suo branding sull’esclusività, sull’elitismo e sul fatto che non tutt* potessero accedervi. O ci siamo già dimenticati che questi richiedesse l’utilizzo di un sistema operativo Apple iOS e che la registrazione fosse su invito? Che, quindi, solo un’élite di persone potesse accedere a questo mezzo, mentre il resto del popolo avrebbe dovuto solo restare a guardare?
La FOMO nelle app di dating
Se, tolto il fenomeno Clubhouse, i social media canonici sono stati piuttosto “mitigati” nel loro cavalcare l’onda della solitudine e dei problemi di salute mentale per guadagno, le app di dating sono state invece molto meno delicate. A fronte della crescita di traffico utenti sulle applicazioni, numerose sono state le nuove funzionalità a pagamento che hanno rivoluzionato l’uso di queste app. Tinder, in particolare, ha registrato il picco massimo di traffico nel mese di marzo 2020.
>> Documento: How COVID Has Changed Online Dating [ENG; EPUB/PDF]
Conclusione
Il capitalismo riesce ad insinuarsi ovunque, pur di raggiungere il proprio scopo (quello di generare profitti anche attraverso fonti indirette di guadagno). Riesce, perciò, anche ad approfittarsi delle debolezze umane e della pandemia di disturbi mentali che è derivata dai numerosi lockdown, restrizioni e distanziamento sociale. La “paura di essere tagliati fuori” è diventato, a tutti gli effetti, un fattore di guadagno.
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