Il fantasma del politicamente corretto e l’ostruzionismo

Il fantasma del politicamente corretto e l’ostruzionismo

Negli ultimi mesi ne abbiamo viste di tutti i colori: personaggi che si lamentavano di essere stati “cancellati” dal femminismo, quando i loro tweet erano in trending topic e un’intera schiera di personaggi noti era tempestivamente intervenuta per difendere la loro “libertà violata” da parte del mostro del politicamente corretto, della dittatura morale, del nazifemminismo e così via. Una sorta di “Bibbiano” della sinistra, la tutela della libertà di parola a discapito di chi quella parola la subisce.

La dittatura del politicamente corretto

Persone con le spalle al muro che non sanno più come mascherare il loro disimpegno sociale, la loro non-voglia di fare almeno finta che esistano anche altre persone all’infuori della loro categoria, e puntano su un vittimismo patetico, egoista, che distorce la realtà facendo sembrare oppressi gli oppressori e viceversa, distogliendo l’attenzione dalle problematiche che le categorie più deboli devono urgentemente risolvere. Scusatemi se credo che la legge contro l’omobitransfobia sia più importante delle critiche ricevute su Twitter per il vostro post sul perché, secondo voi, le persone transessuali non debbano andare in bagno. Se magari avete pure utilizzato un maschile universale, “travestito” e altri epiteti inascoltabili, la mia voglia di pensare al vostro problema scende sotto lo zero.

Queste persone non vogliono avere la libertà di parlare senza rischiare l’arresto, perché nei fatti non rischiano nulla. Queste persone vogliono avere la libertà di dire ciò che vogliono, mentre gli altri ascoltano in silenzio senza diritto di replica.

L’ostruzionismo

Secondo alcuni, le statue buttate per terra sono più importanti delle persone nere ammazzate. In dieci si sono attivati per la violenza razziale negli States, in cento per la statua di Cristoforo Colombo. Fa nulla pensare che, magari, avremmo potuto fermare questa protesta molto prima, prendendo dei provvedimenti seri a tutela della Black community. Ma no, la priorità adesso è fare paternalismo al movimento Black Lives Matter per un paio di vetri rotti.

Fa niente che questa comunità non è stata ascoltata per secoli, l’oppressione sistematica continua e, siccome siamo tutti esseri umani, qualcuno finisce per perdere la pazienza e si ritrova costretto a farsi ascoltare in quei modi. Ma, qui lo dico, cosa ne sa una persona bianca, che non è mai stata oppressa per il suo colore della pelle, di ritrovarsi in una situazione simile? Magari posso far scattare una scintilla, posso ricordarvi delle lotte proletarie, che ci hanno dato diritti sul lavoro oggi dati per scontato, dei partigiani, che ci hanno liberato dalla dittatura fascista. E possiamo stare certi che anche lì c’era chi faceva ostruzionismo parlando di “violenza partigiana” o di “terrore rosso”.

Problemi inesistenti e discriminazioni inventate

Ho già parlato più volte di Cancel Culture. Ne ho criticato alcuni aspetti, ma la approvo. Sicuramente non appoggio questo ostruzionismo, come quello della lettera di Harper’s, un evento ai limiti della realtà che vede grandi nomi affiancati a questo complottismo che non ha nulla da invidiare al complottismo del 5G, dei No Vax e altri simili.

Anche durante il caso di Via Col Vento, film spostato (non cancellato, come tutti hanno creduto subito), come sostiene il comunicato di HBO Max, al quale è aggiunto un documentario di meno di 5 minuti che ne riassume il valore artistico ma anche le criticità.

Nemmeno questo, ai cari sostenitori della libertà di parola (quindi anche la libertà di opporsi ed evidenziare delle criticità sociali, ma di questo non ne parlano) è andato bene. L’isteria di massa che c’è stata sui social è aberrante, la gente urla alla censura senza sapere cosa sia, si leggono commenti terrorizzati, panicati, che descrivono scene da film distopici completamente immaginarie. Come se davvero le persone morissero perché bianche, eterosessuali, cisgender o uomini.

Qualcuno ha parlato, a suo rischio e pericolo, contro questo fenomeno isterico e fuori controllo del terrore dell’arcobaleno. Parlo di Alexandria Ocasio Cortez, che nell’America di Trump (uno dei principali promotori di questo anti-politicamente corretto) ha scritto questo tweet:

Le persone che sono realmente “cancellate” non vedono i loro pensieri pubblicati e amplificati su i media principali.

Questo è un annuncio da un servizio pubblico.

Alexandra Ocasio-Cortez, @AOC su Twitter

Insomma, questi fautori della “dittatura morale” vogliono dirci una cosa: “Ok le proteste, ma entro certi limiti, stiamo perdendo la testa”. Chi sarà mai a decidere questi limiti? Un’idea ce l’avrei…

Gli spari sulla croce rossa

Questo piagnisteo sempre più pietista e vittimista, messo a confronto con chi le discriminazioni le subisce seriamente (e non è benaltrismo se il primo termine di paragone è inesistente) fa proprio l’effetto “First World Problems”.

Come sottolineato da questo articolo di Bossy, e quest’altro di Valigia Blu, la lettera di questi intellettuali non si scaglia contro le scelte di privati di non essere associati con determinati simboli o determinate pratiche (come la Blackface), ma puntano direttamente il dito contro l’attivismo, sparando letteralmente sulla croce rossa.

E quindi no, la dittatura del politicamente corretto non esiste. Perché se esistesse, andrei ad incontrare questo dittatore perché sta facendo una schifezza di lavoro. Questi sono semplicemente deliri di categorie privilegiate che sentono l’effetto “doccia fredda” perché vengono per la prima volta messe in discussione. Magari, tutto questo è solo indice di un cambiamento positivo per tutti.

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Una risposta a “Il fantasma del politicamente corretto e l’ostruzionismo”

  1. […] Sempre la solita solfa. Qualche organizzazione cerca di orientarsi verso il progresso, allentando gli standard restrittivi della società e le persone privilegiate tremano impaurite per un problema che non esiste. […]

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